ChatGPT non è un motore di ricerca!

chatGPT viene usato principalmente come motore di ricerca ma assolutamente non lo è. Partendo dal caso dell'avvocato americano spieghiamo qual è il suo uso più corretto.
chatgpt motore di ricerca
chatgpt motore di ricerca
chatGPT viene usato principalmente come motore di ricerca ma assolutamente non lo è. Partendo dal caso dell'avvocato americano spieghiamo qual è il suo uso più corretto.

Da quando chatGPT è stato rilasciato si sono viste le cose più disparate, una su tutte è l’uso improprio come motore di ricerca, leva per scatenare successivamente polemiche e critiche rivolte in massa all’intelligenza artificiale e alla sua poca affidabilità.

È proprio così: chatGPT non è un motore di ricerca! La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ci ha spinti a scrivere questo articolo è stato un episodio paradossale e portato all’onor di cronaca dal New York Times qualche giorno fa e rilanciato anche qui in Italia (riportiamo qui l’articolo di Fan Page).

È il caso dell’avvocato Steven A. Schwartz – con oltre 30 anni di esperienza – che nella sua memoria difensiva si è fatto assistere da chatGPT nel chiedere una lista di sentenze precedenti simili al caso subito dal suo assistito (ricordiamo che negli Stati Uniti il sistema giuridico è basato sul Common Law: la legge si forma attraverso le nuove decisioni, e l’affinamento di decisioni precedenti, prese dai giudici e dai tribunali nel corso del tempo). Peccato che non avesse verificato la veridicità dei fatti e difatti nessuno in aula riusciva a trovare quei casi che lui stava citando.

In sintesi l’avvocato ha confessato di essersi affidato a chatGPT per integrare la sua ricerca, si è rammaricato del suo operato e molto probabilmente verrà sanzionato dal giudice per negligenza.

Che cos’è l’IA generativa

L’intelligenza artificiale generativa è una tipologia di intelligenza artificiale che è in grado di generare testi, video, immagini, musica a partire da un prompt. I sistemi di intelligenza artificiale generativa utilizzano particolari modelli statistici “di una distribuzione congiunta di una variabile osservabile e di una variabile dipendente, che nel contesto del data mining è detta variabile target” (fonte: Wikipedia).

Uno di questi modelli statistici che viene utilizzato sono i modelli linguistici di grandi dimensioni – comunemente chiamati in inglese Large Language Models, LLM – che partono da un dataset per fare addestramento.

Il prompt di richiesta per sistemi come quelli di chatGPT o Bard è generalmente formato in linguaggio naturale, cioè in linguaggio utilizzato dall’umano per parlare.

È proprio questa facilità di accesso al dato che ha confuso il modo in cui collaborare con chatGPT, facendo credere alle persone di parlare con una persona fisica o un esperto su certe materie specifiche e cominciare a interrogarlo o a fare ricerche.

Perché chatGPT non è un motore di ricerca

chatGPT ha una base di conoscenza di apprendimento fino all’anno 2021 e la knowledge base utilizzata per il training del LLM era costituita da un archivio di 45 TB di dati in formato testo. Uno dei motivi di tale limite temporale è presto detto: fino a quell’anno in rete c’era solo contenuto creato da umani e non da intelligenza artificiale . Il rischio oggi infatti è che l’IA impari (anzi non impari) da contenuti generati da essa stessa.

Per fare un esempio di come invece può essere usata l’intelligenza artificiale generativa nel modo corretto abbiamo chiesto a chatGPT di aiutarci a trovare una frase che descriva l’uso improprio del caso citato utilizzando un tono ironico. Tra le diverse frasi che ci ha proposto ecco quella che ci è piaciuta di più:

“Contare su ChatGPT per risolvere problemi seri è come mettere un cappello da mago su un computer e sperare che esca un coniglio dallo schermo: tener presente che la realtà può riservare sorprese sgradevoli.”

Spiegato così il significato diventa molto più chiaro e ci aiuta ad avvicinarci all’intelligenza artificiale in modo più utile e corretto: affiancarci nel trovare delle nuove soluzioni, dei pensieri alternativi, dei ragionamenti. È naturale quindi ritenere che l’intervento dell’uomo ci deve essere sempre.

Come poter fare le ricerche in modo evoluto

Che soluzione avrebbe potuto adottare l’avvocato per riuscire a trovare le sentenze di cui aveva bisogno? Partendo da dei documenti ufficiali di giurisprudenza caricati in un sistema di Knowledge Management è possibile creare delle basi dati dalle quali attingere informazioni affidabili attraverso dei sistemi evoluti di ricerca, che vanno oltre le classiche ricerche per keyword.

Questo è quello che facciamo noi in R-Tree con BoK: una ricerca aumentata a partire da un set di documenti con in quali è possibile chattare, attraverso un chatbot, il quale apprende dalle informazioni che noi gli abbiamo dato, fornendoci un supporto di rinforzo e darci la possibilità di darci delle risposte corrette in poco tempo.

La conoscenza – il knowledge – si arricchisce aggiungendo ai documenti anche note personali, favorendo anche il trasferimento della conoscenza stessa ad altri.

Questa è l’intelligenza artificiale che ci piace, che vogliamo utilizzare e che ci è utile nel lavoro di tutti i giorni.

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